Uso del cellulare e rischio cancerogeno

L'INAIL interviene e fa chiarezza dopo la sentenza della Corte di Cassazione del 12 ottobre 2012, n. 17438, sull'uso di telefoni cellulari e cordless nel corso dell'attività lavorativa e patologia tumorale.

Luigi La Peccerella, avvocato generale dell'INAIL, precisa infatti che:
"La Suprema Corte non si è pronunciata sul merito della questione - né avrebbe potuto, considerata la natura del giudizio di legittimità - ma si è limitata a ritenere insindacabile la motivazione della sentenza impugnata. La Corte di Cassazione non ha, infatti, espresso un giudizio sulla nocività dei cellulari, sicché la sua decisione non si traduce in un principio di carattere generale in ordine alla cancerogenicità delle onde elettromagnetiche. Questo significa che la Corte non ha inciso sulle evidenze scientifiche, che, allo stato, non consentono di ritenere le onde elettromagnetiche emanate dai dispositivi di telefonia mobile un 'probabile' elemento di rischio tumorale. Quella della Cassazione è una sentenza che ha deciso esclusivamente la fattispecie sottoposta al vaglio della Corte e, dunque, non contiene l'affermazione di un principio di carattere generale per quanto riguarda la cancerogenicità di queste apparecchiature".
L'argomento è approfondito nell'intervista a La Peccerella pubblicata sul sito dell'INAIL "Cellulari e malattie professionali. INAIL: Nessun rischio certo".


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