Rating di legalità: approvato il regolamento (e download del documento)

Pubblicato il regolamento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sull'attribuzione del rating di legalità delle imprese. Il regolamento dovrà essere ora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione.

«L’articolo 5-ter del decreto legge n. 1/2012 ... ha affidato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato il compito di procedere ... all’elaborazione e all’attribuzione di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale e aventi un fatturato minimo di due milioni di euro, secondo i criteri e le modalità stabiliti con un regolamento della stessa Autorità. L’articolo 5-ter dispone che del rating attribuito si tiene conto in sede di concessioni di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e in sede di accesso al credito bancario.
In attuazione dell’articolo 5-ter, lo scorso 15 novembre l’Autorità ha approvato il regolamento che disciplina i requisiti e le procedure per l’attribuzione alle imprese del rating di legalità. ...
Il regolamento distingue tra requisiti che devono essere necessariamente soddisfatti dall’impresa intenzionata a ottenere il rating di legalità, attinenti per lo più all’assenza di sentenze di condanna per determinati reati e di provvedimenti di accertamento di determinate violazioni (articolo 2, comma 2), e condizioni che comportano un incremento del punteggio base (articolo 3, commi 2 e 4).
Il possesso dei requisiti è attestato mediante autocertificazione del legale rappresentante dell’impresa. ...
... non è stato ad oggi emanato il decreto ministeriale ... contenente la disciplina delle modalità con cui si terrà conto del rating di legalità delle imprese in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e di accesso al credito bancario.» (Fonte: Assonime)

«Potranno richiedere l’attribuzione del rating le imprese operative in Italia che abbiano raggiunto un fatturato minimo di due milioni di euro nell’esercizio chiuso l’anno precedente alla richiesta e che siano iscritte al registro delle imprese da almeno due anni. Le aziende interessate dovranno presentare una domanda, per via telematica, utilizzando un formulario che sarà presto pubblicato sul sito dell’Autorità.
Il rating avrà un range tra un minimo di una ‘stelletta’ a un massimo di tre ‘stellette’, attribuito dall’Autorità sulla base delle dichiarazioni delle aziende che verranno verificate tramite controlli incrociati con i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni interessate.
Per ottenere il punteggio minimo l’azienda dovrà dichiarare che l’imprenditore (o i suoi soci, rappresentanti e dirigenti apicali se impresa collettiva) non hanno ricevuto sentenze di condanna per reati tributari e reati contro la pubblica amministrazione. Per i reati di mafia, oltre a non avere subito condanne, non dovranno essere in corso procedimenti penali.
L’impresa non dovrà inoltre, nel biennio precedente la richiesta di rating, essere stata condannata per illeciti antitrust gravi, per mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per violazioni degli obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori. Non dovrà inoltre avere subito accertamenti di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, né avere ricevuto provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici per i quali non abbia assolto gli obblighi di restituzione. Tutti i provvedimenti che impediscono l’attribuzione di una ‘stelletta’ dovranno essere divenuti inoppugnabili o confermati con sentenza passata in giudicato.
L’impresa dovrà inoltre dichiarare di effettuare pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare superiore alla soglia di mille euro esclusivamente con strumenti di pagamento tracciabili.
Il regolamento prevede 6 ulteriori requisiti che, se rispettati, garantiranno alle imprese il punteggio massimo di 3 stellette. Se ne verranno rispettati 3 si otterranno due stellette. In particolare le aziende dovranno:
  • rispettare i contenuti del Protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da Confindustria, e a livello locale dalle Prefetture e dalle associazioni di categoria;
  • utilizzare sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge;
  • adottare una struttura organizzativa che effettui il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa; adottare processi per garantire forme di Corporate Social Responsability;
  • essere iscritte in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa;
  • avere aderito a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria.
Sarà valorizzata anche la denuncia, all’autorità giudiziaria o alle forze di polizia, di reati previsti dal Regolamento commessi a danno dell’imprenditore o dei propri familiari e collaboratori, qualora alla denuncia sia seguito l’esercizio dell’azione penale.
Il rating di legalità ha durata di due anni dal rilascio ed è rinnovabile su richiesta. In caso di perdita di uno dei requisiti base, necessari per ottenere una ‘stelletta’, l’Autorità dispone la revoca del rating. Se vengono meno i requisiti grazie ai quali l’azienda ha ottenuto un rating più alto l’Antitrust riduce il numero di stellette.
L’Autorità pubblicherà sul proprio sito, mantenendolo aggiornato, l’elenco delle imprese cui il rating di legalità è stato attribuito, sospeso, revocato, con la relativa decorrenza.» (Fonte: AGCM)

Il testo del Regolamento per l'attribuzione del rating di legalità delle imprese può essere scaricato gratuitamente dal sito dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.


Commenti

  1. Si poteva fare molto di più, in particolare per quanto concerne il richiamo al d.lg. 231/2001. L'adozione di un modello organizzativo - al fine di ottenere un + rispetto al punteggio-base - è addirittura alternativa all'istituzione di una funzione di Compliance. Inoltre ci si accontenta della mera autocertificazione di questo adempimento da parte dell'impresa, senza alcun riferimento all'idoneità nè, tantomeno, all'attuazione del modello. La forma sembra prevalere nettamente sulla sostanza ...

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