Modello 231 e Terzo Settore, le indicazioni del CNDCEC

Il consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, ha presentato il documento "Il modello 231/2001 per gli enti non profit: una soluzione per la gestione dei rischi".

Il documento definisce un framework di riferimento per l'implementazione del sistema di prevenzione dei reati previsti dal d.lgs 231/01 negli enti appartenenti al Terzo Settore, nella consapevolezza che "Poiché finora la disciplina in esame e la dottrina in materia sono state ad appannaggio quasi esclusivamente di imprese di tipo commerciale, adattare alle realtà del non profit i dettami normativi del Decreto richiede uno sforzo di astrazione e rielaborazione: ai fini della redazione del modello,  anche le prassi maggiormente consolidate e diffuse, racchiuse nelle linee guida finora emanate dalle principali associazioni di categoria, hanno quantomeno trascurato un mondo ampio ed eterogeneo come quello del terzo settore. Di conseguenza, in mancanza di schemi ed approcci specifici per il non profit, per l'elaborazione di un adeguato MOG è opportuno traslare framework e principi prettamente aziendalistici, fatte salve le dovute distinzioni connesse alle peculiari caratteristiche degli enti in questione".

Il documento "Il modello 231/2001 per gli enti non profit: una soluzione per la gestione dei rischi" può essere scaricato dal sito del CNDCEC. Di seguito l'indice del documento:

I. INQUADRAMENTO NORMATIVO E APPLICABILITÀ DEL D.LGS. 231/2001 AL TERZO SETTORE
 1. L'ambito applicativo del D.Lgs. 231/2001
 1.1. I soggetti esclusi
 1.2. La c.d. "zona d'ombra" e i nuovi orientamenti giurisprudenziali
 2. I criteri di imputazione della responsabilità
 3. I reati presupposto
 4. Il sistema sanzionatorio
 4.1. Sanzioni pecuniarie
 4.2. Sanzioni interdittive
 4.3. Le altre sanzioni; il commissariamento dell'ente
 5. Gli enti appartenenti al Terzo Settore: le tipologie classificabili
 6. Applicabilità della normativa al Terzo Settore
II. GLI ENTI APPARTENENTI AL TERZO SETTORE: ASPETTI DEFINITORI
 1. Classificazione generale
 2. Profilo schematico degli enti
III. LA PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO ESIMENTE: LE FASI DI COSTRUZIONE
 1. Premessa: caratteristiche e requisiti dei modelli organizzativi
 2. Analisi e valutazione del sistema di controllo interno
 3. Individuazione dei processi/attività a rischio-reato
 4. Risk assessment
 5. Principi e procedure di controllo
 6. Codice etico e sistema disciplinare
IV. INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI A RISCHIO
 1. Premessa
 2. Attività sensibili e reati potenziali
 2.1. Reati potenziali e soggetti coinvolti
 2.2. Strumenti di prevenzione e procedure di controllo
V. L'ORGANISMO DI VIGILANZA
 1. Premessa
 2. I requisiti e la composizione dell'OdV
 3. I poteri e le funzioni
 4. La responsabilità

APPENDICE: LE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA (FOB)
 1. Le dimensioni economico-patrimoniali e organizzative delle FOB
 2. La natura economica delle FOB
 3. La governance e la struttura organizzativa delle FOB
 4. Le FOB e i parametri dimensionali
 5. Alcune considerazioni in merito alle attività sensibili e ai reati potenziali delle FOB

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