Il D.Lgs. 231/01 e le società estere

di Matteo Grassi e di Davide Bertolazzi, dello studio legale associato LCG.

Le recenti pronunce della giurisprudenza di merito sottolineano che la disciplina di cui al D.Lgs. 231/2001, deve ritenersi applicabile anche ad Enti non aventi sede in Italia e tuttavia operanti all’interno del territorio italiano, anche occasionalmente.
Il riferimento è all’ordinanza del Giudice milanese che ha rinviato a giudizio alcuni noti istituti di credito non aventi alcuna sede in Italia e tuttavia operanti all’interno del territorio italiano (per una disamina dei fatti si veda il Sole 24 Ore del 2 luglio 2007, p. 37).
L’adozione e l’efficace attuazione di un modello di organizzazione e di gestione si presenta quindi quale elemento necessario per ottenere la tutela esimente di cui agli artt. 6 e 7 del D.Lgs. 231/2001, anche per l’ente che operi solo occasionalmente in Italia. Si delinea pertanto l’opportunità, anche per una società estera, di adottare un modello organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, in relazione alle attività sensibili svolte dall’ente nel territorio nazionale.

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