Contenuto "minimo" dei Modelli di organizzazione e controllo (1/3)

I consulenti hanno terminato il loro lavoro e stanno per consegnare il famigerato “Modello di organizzazione, gestione e controllo” della nostra Società, pronto per la discussione ed approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.
Ma cosa ci dobbiamo esattamente attendere? Quali e quanti documenti? E “cosa” devono contenere? (prima parte)
di Giovanni Battisti

Il testo del D.Lgs. 231/01 (di seguito, Decreto) fornisce una prima risposta a queste domande identificando, come visto, il “contenuto minimo” dei Modelli di organizzazione e di gestione, rinviando tuttavia poi ai “codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti” (Decreto, art. 6, co. 3).

E il primo approccio con le Linee Guida di Confindustria [1] (di seguito, Linee Guida) è un po’ traumatico, in quanto sono utilizzate, senza apparente distinzione, le espressioni “modelli di organizzazione, gestione e controllo” (Linee guida, pag. 5), “sistema interno di organizzazione e controlli” (Linee guida, pag. 5), “sistema di controllo preventivo” (Linee Guida, pag. 8) e “sistema di gestione del rischio” (Linee Guida, pag. 9).
Ancora, il giudizio di idoneità che il giudice penale è chiamato a formulare è riferito al “sistema interno di organizzazione e controlli” (Linee Guida, pag. 5), mentre qualche pagina dopo l’espressione “sistema di controlli preventivi” (Linee Guida, pag. 11) è attribuita ai “protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire” [2].

Insomma, apparentemente non troviamo una risposta alla nostra domanda: “Cosa mi deve essere consegnato? Quali argomenti devono essere trattati? Il Modello è un documento o un insieme di documenti? O un sistema di controlli? E che vuole dire ‘sistema di controlli’?”

In realtà proprio l’analisi delle espressioni utilizzate dal Decreto e dalle Linee Guida ci permette di dire che quando si parla di Modello di organizzazione e di controllo (o di Modello di organizzazione, gestione e controllo), ci si riferisce in genere al sistema complessivo di controlli preventivi adottato da un ente, volti a prevenire la commissione dei reati identificati dal Decreto, i cui principi ed il cui funzionamento sono descritti in uno o più documenti, generalmente un “Codice Etico” e un “Modello di organizzazione, gestione e controllo” in senso stretto.

In sintesi: il “Modello di organizzazione e controllo” ex Decreto è costituito da uno o più documenti che descrivono i principi ed il funzionamento del “sistema di controlli” adottati dall’ente.
(segue)

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[1] Confindustria, Area Strategica Fisco e Diritto d’Impresa, Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001, approvate il 7 marzo 2002, aggiornate al 24 maggio 2004.
[2] D.Lgs. 231/01, art. 6, co. 2, let. b.

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