Rischi e fattori di rischio

di Giovanni Battisti.

Nel precedente post ("Definizione di rischio") ho scritto che un rischio, se opportunamente gestito, può trasformarsi da minaccia in opportunità.
In realtà, come osservato dal già citato Sergio Beretta [1], il rischio non può essere direttamente gestito [2] ma deve essere valutato e misurato (ed è generalmente possibile misurarlo in termini monetari); devono invece essere monitorati e gestiti i fattori che concorrono a determinare il rischio, che chiameremo fattori di rischio.

L’analisi dei rischi pertanto prende avvio (A) dall’identificazione degli eventi rischiosi che possono manifestarsi relativamente ad un’organizzazione, e deve proseguire con (B) l’identificazione e l’analisi delle relative “cause, cioè dei fattori che determinano la variabilità dei risultati aziendali” [3].

In sintesi:
(A) identificazione dei rischi: quali eventi rischiosi si possono manifestare?
(B) identificazione dei fattori di rischio: perché e in che modo tali rischi si possono manifestare?

Ad esempio.
(A) Identificazione del rischio: variazione del venduto (in diminuzione ma, come opportunità, anche in aumento!)
(B) Identificazione dei fattori di rischio: ingresso / uscita di competitor dal mercato; qualità percepita del prodotto (non adeguata / adeguata); sviluppo della rete commerciale (non allineata alla strategia aziendale / allineata); gestione degli stock di magazzino (insufficiente / sufficiente), etc.

È da osservare che spesso “rischio” e “fattore di rischio” sono usati come sinonimi, ad esempio: “La valutazione dei rischi consiste nell’individuare e analizzare i fattori che possono pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi (corretto, N.d.R.), al fine di determinare come questi rischi dovranno essere gestiti (mentre, per quello che abbiamo visto, è possibile gestire i fattori di rischio, N.d.R.)” [4]. Più oltre, è correttamente scritto: “Ciò che invece importa è che i dirigenti tengano conto attentamente dei fattori che determinano il rischio e il suo aggravarsi.” [5]

Ritengo comunque utile avere presente questa differenza, almeno come metodo di lavoro!

Il tema dell’analisi ed identificazione dei rischi e dei fattori di rischio sarà approfondito quando parleremo di risk assessment.

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[1] Sergio Beretta, Valutazione dei rischi e controllo interno, Università Bocconi Editore, 2004. In particolare, par. 3.3.1 “Rischi e fattori di rischio”, pag. 71.
[2] “I rischi, inoltre, non sono empiricamente osservabili in quanto sono il frutto di un processo di astrazione: il rischio cessa infatti di esistere nel momento in cui si manifesta il fenomeno che lo determina”, Sergio Beretta, op. cit., pag. 72.
[3] Sergio Beretta, op. cit., pag. 72.
[4] PriceWaterhouseCoopers, Il sistema di controllo interno – Terza edizione aggiornata settembre 2004, Ed. Il Sole 24 ORE, cap.3, pag. 39.
[5] PriceWaterhouseCoopers, op. cit., pag. 49.

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